Seguendo Platone i governanti
dovrebbero essere quelli sapienti e, tutto sommato, almeno a priori
non avrei nulla da obiettare, ma alcuni dubbi sorgono spontanei: chi
sono i sapienti e come sceglierli? Se la conoscenza prescinde dalla
volontà dei singoli allora la democrazia non ha alcun senso e non
hanno alcun senso le valutazioni sulle singole persone, come neanche
alcun tipo di elezioni democratiche. Questo implica necessariamente
“il principio della porta aperta” alla conoscenza per tutti e
indistintamente. Significa anche che chiunque riuscisse ad
“assorbire” la materia in esame entrerebbe a pieno titolo nel
“club” dei sapienti.
Se la comunità scientifica non
riuscisse nell'impresa o comunque avesse opinioni contrastanti un
minimo di voto risulterebbe necessario, non perché ideologizzati (e
ci starebbe pure), ma proprio perché il reale non implica la piena
coscienza sullo stesso e allora la volontà o, se volete, il credo
sarebbero l'ultima spiaggia. Già, ma solo in alternativa e non come
accade ora, che siano la regola.
Se parla la comunità scientifica,
parla il loro rappresentante (è un portavoce soltanto) colui che,
ancora una volta, è stato eletto per farlo. Anche in questo caso un
minimo di elezioni restano necessarie, ma dentro alla comunità
stessa, perché dentro siffatta comunità ci si “persuade” con
l'intelletto. ...mica con “abolirò l'IMU”!
Se la “cura” dei sapienti fosse
troppo amara o troppo dannosa non resta che il dissenso, appunto,
referendum unicamente abrogativi.
Che sia il seguente come primo punto
del programma comunista.
1. Abolizione di ogni forma di elezioni
democratiche per il governo del paese e sostituzione della stessa
con:
-le decisioni, sia sui temi specifici,
sia sull'elezione del ministro e sottosegretari vengono prese nelle
università
-ogni facoltà è collegata con le
altre
-ogni facoltà forma un comitato
scientifico
-il comitato scientifico elegge il
proprio rappresentante
-il comitato scientifico si compone da
tutti i laureati di tale facoltà
-ogni laureato ha diritto di voto
-le decisioni vengono prese a
maggioranza
-si sommano i voti di tutte le facoltà
-i corsi di laurea sono gratuiti e
aperti a tutti i cittadini (il punto più importante)
Questo sistema eviterebbe discussioni
tra sordi ed elite di vario genere. Implica una SOCIETA' BASATA SULLA
CONOSCENZA, anziché sulla volontà.
Detta proprio terra-terra, così, se
uno vuol contare qualcosa, STUDIA e si APPLICA!
Se parliamo di socialismo scientifico,
che scientifico sia!
Come si instaura un sistema del genere?
Basta una battuta per rendersi conto della
banalità mostruosa: non si può sapere tutto ed è sciocco soltanto
pensarlo, figuriamoci metterlo in atto; non puoi guidare la macchina
se non hai la patente; non puoi dire a un chirurgo come si opera,
...è stupido, non sei un chirurgo.
Sei sicuro di conoscere il codice della
strada e saper guidare anche non avendo la partente? Sì? Allora me
lo dimostri, ma, appunto, vai a fare l'esame per la patente! Sei
sicuro di saper operare come un chirurgo? Sì? Allora vai a farti gli
esami all'università, che così mi dimostri che lo sai fare sul
serio!
Così anche, sei sicuro di sapere
qualcosa sull'economia, pur non essendo economista? Sì? Allora me lo
dimostri, appunto, vatti a fare tutti gli esami alla facoltà di
economia, che poi ne riparliamo!
La verità è rivoluzionaria e la verità è anche questa, anche quando non ci fa comodo!
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